somalafis ha scritto:
rogerbarrett ha scritto:
.... Trovo quindi opportuno che prima di iniziare a scrivere ci si debba chiedere: che senso ha il mio post/intervento? può arricchire chi lo consulta? è una comunicazione personale che dovrei scrivere in privato o una notizia di qualche interesse pubblico? sto pubblicando un oggetto per far vedere che ce l'ho o perchè la sua esistenza può testimoniare un dato interessante dal punto di vista storico-postale?
Francamente trovo che chi si ostini a scrivere senza porsi domande in merito all'opportunità dei propri interventi non stia facendo un buon uso dell'ospitalità di cui gode....
Mi sembra che l'intervento di ''rogerbarret'' sia mirato a questo obiettivo di frenare
qualche intervento ''eccedente''. Ora su questo sono
completamente contrario.
-Perche' io stesso spesso scrivo su argomenti che so bene che hanno un potenziale seguito minimo o addirittura nullo fra i lettori (almeno fra quelli attuali) del Forum. Nessuno mi ha finora bacchettato sulle dita: al massimo trovo pochi lettori.
-Perche' non e' detto affatto che non sorgano nuovi interessi e nuove prospettive.
-Perche' non mi pare giusto che un Forum che ha allargato la sua attenzione alla storia postale in generale sia confinato in un ruolo per cosi' dire troppo focalizzato.
-Perche' non si sa mai quando un oggetto mostrato sul Forum potra' venire buono per una nuova ricerca.
-Perche' ''da cosa nasce cosa'' e alle volte anche oggetti apparentemente comuni possono trasformarsi in spunti di riflessione.
-Perche' col tempo certi ''entusiasmi'' si placano da soli e pian piano certi errori di ''indicizzazione'' si superano.
-Perche' il rischio vero dei Forum e' di ''esaurirsi'' e ogni voce nuova dovrebbe essere benvenuta, persino quando si limita a mostrarci qualcosa solo perche' la possiede.
-Perche' ciascuno di noi e' mosso nella consultazione del Forum da interessi collezionistici spesso molto specifici ma questo non dovrebbe escludere chi ha interessi ''diversi''
O sbaglio?
gentilissimo
somalafis, che io seguito ad immaginare con la barba lunga ed il cappella a punta come Gandalf della Terra di Mezzo...
Apprezzo che tu abbia toccato uno dei temi su cui invitavo a riflettere: non credevo servisse ribadire che la pluralità è un pregio sacrosanto che va incoraggiato e preservato.
Sono dell'idea che i tuoi articoli non vengano scritti per ricevere un pubblico, ma piuttosto trovano ragione d'essere nell'opportunità di lasciare una traccia per eventuali prossimi ricercatori.
Dici bene quando affermi che non si possa mai sapere se da un granello proposto possa scaturire una valanga di seguito, per cui dovrebbe sempre valer la pena pubblicare per cercare di confrontarsi, ma c'è modo e misura per farlo.
Io mi riferivo ad un equilibrio ed ad un'autogestione venutesi a creare fra gentiluomini -come ben sai- non per magia, saggio Gandalf
, ma per l'impegno (educazione, competenza, intelligenza, etc...) profuso di tanti: se per amor dell'inclusione si deve tollerare qualsiasi imbecille (lo scrivo facendo spelling: I-M-B-E-C-I-L-L-E)
spammi la sua sciocchezza senza moderazione permetterai che io qualche riflessione inizio a farla, sia in privato che in pubblico.
E' giusto che tu creda quel che preferisca e sono onorato che tu abbia voluto condividere il tuo pensiero intervenendo qui: la tua opera incrollabile schiude l'orizzonte ad aspetti che francamente mi sono lontani, ma apprezzo che se ne lasci traccia.
La mia prospettiva ti sembrerà troppo chiusa? Me ne farò una ragione, ma ti assicuro che la mia partecipazione è inclusiva, non certo esclusiva: chiunque può contattarmi (pm, mail, telefono, radio, telegramma, codice morse, passa a casa a bersi un bicchiere di vino, etc..). Proprio di recente, giusto prima di questo argomento, ho chiesto di essere contattato laddove seguitassero ad esserci incomprensioni laddove un utente seguitava a far fatica ad ambientarsi: colgo, quindi, l'occasione per proporre la questione ad esempio...
Tra le varie ragioni esposte, ho scritto queste riflessione proprio perchè ho notizia che siano pensieri condivisi ed io non ho timore di esporre le mie ragioni.
Una delle mie perplessità nasce dalla contrapposizione tra libertà individuale e diritto della collettività: se un soggetto può sentirsi in diritto di non capire, di non chiedere e fare a suo piacimento, in che modo la sua partecipazione alla vita collettiva sia da preferirsi? Francamente io non so ravvederne una ragione. Cosa sarebbe più saggio fare: tollerare in fiduciosa attesa che questo fenomeno cessi autoregolandosi? Tu che hai più esperienza di me, cosa suggerisci?
Ribadisco che gli interventi che definisci
"eccedenti" non sono di certo i tuoi, che risultano ben contestualizzati, con ampie didascalie e ricchi di informazioni, ma piuttosto quelli di quanti scrivono
senza nemmeno leggere due righe più in alto, senza curarsi se la propria azione sia contestualizzata, ben spiegata o ricca di informazioni di varia natura.
Io non voglio partecipare/appartenere (abbi pazienza: più chiaro di così non mi riesce di scriverlo) ad un contesto in cui il collezionismo sia la mera espressione di ciò che possediamo, che si concretizza nel più vuoto
"io ho questo" in attesa di incensamento alla proprietà. Credo e professo un collezionismo in cui sono le informazioni ad essere al centro e non il vanto della proprietà degli oggetti e persino delle stesse informazioni. Se la tua inclusione prevede abbracciare anche questo tipo di atteggiamenti (non ho scritto "utenti", ma "atteggiamenti"), temo di essere in contrapposizione con te.
Se il tuo pensiero risultasse condiviso dai più, allora io sarei fuori luogo e dovrò prenderne atto e provvedere.
Per me non è mai stata una competizione (come credo anche per molti altri, come te), per cui aderisco naturalmente ai concetti espressi da
marco lazzerini e
tclaudio, ma ci terrei a tenere le distanze da quanti non hanno voglia, capacità o possibilità di comprendere il lavoro di squadra: in tal proposito rifletto coinvolgendo tutti ed accetto ogni punto di vista.
In nome della pluralità tanti non può essere
per forza meglio di pochi: all'accrescimento del numero dei partecipanti trovo che sia meglio preferire meno utenti con buone motivazioni e capacità di operare in squadra.
Resto serenamente
in attesa del tuo apprezzato consiglio.