Ciao a tutti, rispondo nel dettaglio con piacere, con simpatia e franchezza.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
Detta cosi come Martino l'ha esposta sembra quasi una di quelle scene da film poliziesco o da agenti segreti, dove in un locale, nella penombra della luce soffusa, seduti ad un tavolo, ci sia stato uno scambio di informazioni top-secret dovute a non so quali poteri forti. Nulla di tutto questo !
Sono contento che tu stesso sia intervenuto palesandoti
. Avevo preferito non citarti per delicatezza della confidenza, senza nessuna mia volontà di suscitare mistero
.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
...non è mio carattere nascondermi nell'anonimato e nemmeno girare la testa dall'altra parte.
E' la qualità di te che maggiormente apprezzo. Un po' speravo che, se il confronto si fosse sviluppato in modo costruttivo, presto o tardi tu stesso saresti potuto intervenire qualificandoti sia come collezionista, che come perito. Spero tu possa riconoscere un po' della stessa integrità morale nel mio continuare ad inseguire una strada priva di compromessi e costellata di occasioni in cui espormi per ciò che ritengo giusto, nonostante possa a volte risultare impopolare
ed antieconomico
.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
...Ritengo che la DIVULGAZIONE ed il sacrosanto diritto di libera espressione debba essere articolato in modo che reso pubblico non vada a generalizzare TUTTA una categoria e rischi di creare incomprensioni o dare più danni che benefici. Categoria che ricordo è composta da più professionisti affermati e da nuovi professionisti emergenti. Se si riscontra un problema in una certificazione, è diritto della persona proprietaria del pezzo e della certificazione, renderla pubblica o meno, ritengo però che in tal caso debba essere argomentata quella determinata situazione e non tutto l'operato del perito.
Motivo per cui già in qualche intervento prima scrivevo che, al punto
rogerbarrett ha scritto:
3. E' in atto da qualche anno, e recentemente si sta più palesando, un piccolo seppur encomiabile ricambio generazionale dei periti: nuovi giovani periti con più moderni modi di rapportarsi, ragionare, operare e certificare: è evidente che a loro, che meritano plauso ed incoraggiamento per la sfida professionale, non andrebbe imposto l'eventuale scetticismo che, maldestramente generalizzando, potrebbe essere maturato nel tempo per le responsabilità di coloro che a vario titolo li hanno preceduti.
Siamo ben d'accordo sul fatto che sia sciocco e dannoso generalizzare e, quindi, sulla necessità etica di una contestualizzare ogni osservazione su un eventuale specifico operato di un professionista.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
Sono convinto che anche a livello peritale sia necessario un confronto, nel rispetto reciproco, senza sempre tentare di accaparrarsi un nuovo cliente a scapito della sicurezza dell'operato.
In più d'uno, anche qui, ci siam chiesti
rogerbarrett ha scritto:
...se fosse giunto il momento per prendere pubblicamente atto del fatto che i collezionisti posseggano le competenze tecniche e la disponibilità a collaborare assieme per condividere pareri competenti utili a tutti i colleghi e persino agli stessi periti, senza alcun intento scioccamente polemico.
Sarebbe un'evoluzione importante sia per i periti, che potrebbero finalmente attingere a buon titolo a riscontri e competenze di collezionisti specializzati, sia per i collezionisti tutti, che potrebbero tornare ad apprezzare un servizio (quello peritale) svolto con maggior attenzione e competenza.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
Io non sono tuttologo, eseguo perizie sui sovrastampati di R.S.I. sono specializzato in quello ed in particolare nella G.N.R., ho iniziato da poco più di due mesi....
Non serve io a confermarti che nel tuo campo sei in gamba: io stimo tu sia il migliore, ma questo dovresti già saperlo.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
Sicuramente sbaglierò anch'io … è solo una questione di tempo, non voglio nemmeno immaginare di essere infallibile. Ma se cosi sarà credo sia giusto commentare e correggere il mio errore, non il mio completo operato o tutta la categoria con discorsi generalizzati.
E' ovvio che tutti sbagliamo. Quel che è stato più volte ripetuto è la svilente assenza di volontà dei periti ad ascoltare le ragioni delle osservazioni che eventualmente vengono mosse (sia in pubblico che in privato), quando invece sarebbe nell'interesse di tutti venire in proposito a più mite e ragionevole consiglio. L'effetto di contrapposizione non nasce qui, su un forum, ma principia nel rimbalzo che il perito opera nel momento in cui si sottrae al dialogo o sostiene il suo parere in modo sordo alle ragioni delle osservazioni opposte.
Ecco perchè sarebbe opportuno che più periti e più collezionisti aderissero al ragionevole confronto nella più opportuna disposizione d'animo di mettersi in discussione (io sbaglio spesso: giusto ieri notte ho fatto due cavolate!
): infatti, partecipando ed eventualmente correggendo il collezionista o il proprio certificato il perito crescerà certamente di seguito; alternativamente, negandosi od opponendo la propria ottusità (vera o d'occasione) genererà sfiducia.
Gampers (Andreoni) ha scritto:
Ho peccato sicuramente di ingenuità nell'esporre il mio pensiero a Martino, purtroppo ragiono ancora da collezionista e non mi sento assorbito totalmente dalla nuova veste
Bho.. non sò perchè tu dovresti aver a pentirtene
: a me sembra, invece, che ne stia nascendo un confronto maturo, non banale, rispettoso delle parti ed aperto. Ti ringrazio, piuttosto, di aver condiviso la tua opinione a riguardo e ti incoraggio a farlo, giacchè nutro quella già citata speranza (che tu stesso hai voluto condividere con me a Verona) circa la rivoluzionaria opportunità che nuovi periti potessero nel tempo rettificare la stortura di alcuni certificati del passato. Ricorderai, infatti, che ne fui così entusiasta che subito assieme te presi contatto col tuo collega per dare il mio modesto contributo a questa ammirevole e coraggiosa causa in essere.
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andy66 ha scritto:
Premetto che non penso che l'appunto che ti ha sollevato il perito fosse diretto espressamente (
) a te, in quanto se segui l'altro forum vedi che i periti vengono criticati e bombardati quasi giornalmente da più parti
Come sia nata la considerazione (confidenza? rimbrotto? chiacchiera da bar?
) francamente non lo ricordo e poco conta: quel che ne sta qui seguendo, invece, trovo possa costituire un'ottima occasione per confrontarci tutti assieme sul tema che ci riguarda tutti. Solo pochi giorni fa, infatti, in un altro post (
viewtopic.php?f=27&t=4277) l'amico forumer
ricky1964 era subito corso a richiamare la necessità di non considerare i periti tutti alla stesa stregua, anche laddove le critiche da me mosse erano contestualizzate al solo certificato...
In quell'occasione avevo di seguito seccamente invitato a riflessioni più mature per non nascondersi dietro il paravento del "politicamente corretto": è vero -e lo ribadisco- che sia necessaria
netiquette ed intelligenza (chiedo perdono per le mie carenze
genetiche, d'ignoranza e caratteriali) per comunicare nel più gentile dei modi, ma prima della forma qui occorre intendersi sull'evidente prevalenza dei contenuti.
Ed i contenuti con gli interventi occorsi iniziano ad emergere -a quanto pare!- solo quando qualcuno (magari meno politicamente corretto d'altri
) alza la mano e propone di interrogarci assieme con quesiti, magari privatamente sentiti da tutti, ma che nessuno ha poi voglia di esporsi per proporre e/o affrontare in pubblico. Certe domande, infatti, vengono taciute sul forum proprio con la scusa per cui sarebbe scortese porle. Buffo, no?
Ecco perchè ha pregio l'intervento di
gampers (Andreoni), che vuole esporsi e condividere la sua posizione a riguardo in questa sede e su questo tema.
Ecco, in fine, perchè abbia senso questo confronto... persino a scapito di risultare inavvertitamente politicamente scorretti: nel caso, all'occorrenza, troveremo modo per moderarci.
andy66 ha scritto:
Per concludere, trovo che il maggiore errore che essi possano fare, è quello di sfuggire al confronto, e per quello ci vuole un minimo di umiltà.
E' ben chiaro da qualche anno. Ora però potremmo riprendere a chiederci cosa possiamo fare noi collezionisti per invitare al confronto i periti, poichè ha poco senso trovare soluzioni in capo ad altri, prima di aver tentato noi stessi di produrre quanto di nostra competenza e responsabilità.
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Mufasa ha scritto:
premetto che non sono assolutamente un esperto di posta o filatelia ma quoto completamente per la mia esperienza coi documenti tedeschi (wehrpass o soldbuch o certificati)
Qui generalmente che di la perizia o il certificato di autenticità è il commerciante o il rivenditore non una persona esterna (come è se ho ben capito un perito filatelico), e fino a poco tempo fa certificavano "molto facilmente" mentre oggi appunto con internet, clienti più preparati, e appunto i forum che lasciano "tracce perenni" e sono i veri periti (diciamo superpartes anche se le pressioni indirette ci sono sempre) stanno molto più accorti, e non c'è spazio più per i generici ma di persone molto specializzate sul tema....
Tu osservi che in Italia la garanzia di autenticità sia responsabilità del venditore, piuttosto del perito. Fin qui tutto bene.
Purtroppo la capacità tecnica necessaria a stabilire una particolarità può non essere nelle competenze del venditore, che, quindi, si affiderà ad un perito.
Io non mi sono addentrato ad affrontare anche il tema delle responsabilità giuridiche dei commercianti, che eviterei di trattare in questa occasione per non uscire dall'argomento, ma mi sono piuttosto limitato ad osservare (come da titolo) se criticare il certificato di un perito potesse essere nel bene del collezionismo, in quanto mi era stato fatto notare (forse ho frainteso?) che potesse essere un danno per la collettività dei collezionisti.
Dall'intervento di
gampers (Andreoni) nonchè già dalle premesse di questa stessa discussione mi pare si sia chiarito e si sia convenuti a stabilire che la critica circostanziata e motivata ad un certificato peritale possa essere nell'interesse della cultura stessa degli utenti che si appassionano.
Non conosco i criteri delle perizie straniere (ammetto che mi piacerebbe saperne di più per curiosità
), però sottolineo che possa essere encomiabile ogni tentativo di intelligente dialogo tra le parti sull'argomento: se periti e collezionisti evitassero di frazionarsi in contrapposizione - risultando talvolta spiacevolmente persino in competizione!-, ma piuttosto cooperassero (non per legge, ma) per buonsenso ed onestà intellettuale, allora potremmo assistere all'accrescimento d'importanza del certificato peritale e, aderendo al confronto, vivere persino un'evoluzione culturale collettiva.
E' solo utopia?
Bhè.. spero proprio di no.