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I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale https://forum.aicpm.net/viewtopic.php?f=17&t=4349 |
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Autore: | marco lazzerini [ 05/03/2019, 15:44 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
Vedo adesso che esiste un già un thread sull'argomento : https://forum.aicpm.net/viewtopic.php?f=17&t=3553 chiedo venia.. |
Autore: | mariamar [ 05/03/2019, 16:16 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
I tuoi messaggi sono molto, molto interessanti e sarebbero spunto per parecchi ragionamenti. Cominciamo dalla cosa che ti sembra più strana, il fatto che provengano da indirizzi civili. È la norma, i messaggi croce rossa furono predisposti (come modello) dal Comitato internazionale della Croce rossa di Ginevra per offrire uno strumento di comunicazione a civili residenti in Paesi nemici. I prigionieri di guerra e gli internati civili, rinchiusi nei campi, avevano a disposizione la posta dei prigionieri di guerra, un servizio specifico. Il fatto che non tutti gli italiani, anche se maschi, non siano stati internati è abbastanza frequente per l'Eritrea, una colonia esistente da decenni, dove gli inglesi lasciarono molte persone a condurre le attività che svolgevano prima della loro conquista. Più raro per l'Etiopia dove la norma fu l'evacuazione, nel timore che gli italiani dovessero subire rappresaglie dagli etiopi, che erano stati brutalmente invasi dall'Italia solo 5 anni prima. Ma anche l'evacuazione fu graduale, per tutto il 1941 e per i primi 2 mesi del '42 ci sono ancora italiani in Etiopia, tutti con recapito presso indirizzi civili di tipo non individuale. Dopo la restituzione dell'Etiopia al Negus, il numero di italiani che rimase fu assai ridotto, praticamente solo personale sanitario, in servizio negli ospedali, personale addetto al funzionamento della ferrovia Addis Abeba - Gibuti, e pochi altri. Gli italiani evacuati ebbero diverse destinazioni: donne bambini e invalidi rimpatriarono con le "navi bianche", gli uomini finirono nei campi in Kenia. Ho notato che hai un messaggio C.R. molto precoce, addirittura inviato dall'Italia nel maggio 1941. Se conosci la cronologia degli avvenimenti e tieni conto che fino a tutto maggio '41 praticamente solo la Delegazione Apostolica Vaticana di Addis Abeba riuscì ad inviare comunicazioni verso l'Italia, ti rendi conto di che bel pezzo hai pubblicato. |
Autore: | marco lazzerini [ 05/03/2019, 16:59 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
Grazie delle informazioni Mariamar. Si quel messaggio lo avevo notato anche io essendomi andato a documentare sulle date : gli Inglesi entrarono in Addis Abeba alla fine di Aprile. Sarebbe interessante ricostruire il percorso delle corrispondenze e dei numerosi bolli apposti sui messaggi. Sono a conoscenza dei meccanismi di spedizione dei messaggi CRI , collezionando la posta proveniente dalla Isole del Canale durante l'occupazione tedesca e questo è stato l'unico sistema che avevano gli isolani di comunicare con la madrepatria. Mi riferivo però al thread pubblicato e di cui ho messo link in cui si accennava a campi di internamento con indirizzi civili. Mi chiedevo se fosse stato così anche per questi messaggi. Mi rendo conto della difficoltà di reperire notizie certe sull'argomento. I messaggi mi pare di capire che venivano inoltrati alla CRI del Cairo e che passassero attraverso i vari uffici di censura britannica per poi raggiungere la sede centrale di Ginevra e i vari uffici italiani della Croce Rossa e quelli di censura , talvolta anche dalle delegazioni apostoliche. Meno chiara mi è la funzione dei timbri postali italiani , es : Massaua, Asmara, Decamerè. |
Autore: | mariamar [ 05/03/2019, 17:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
Vediamo se ho capito: per campi di internamento con indirizzi civili intendi "Case Incis" ad Addis Abeba o "Case Francesi"a Dire Daua, oppure, intendi che gli indirizzi presenti sui messaggi che hai pubblicato equivalgono a campi di prigionia? Nel primo caso possiamo parlare di veri campi di prigionia, allestiti in gruppi di case che erano stati costruiti per gli operai europei che avevano costruito opere pubbliche (nel caso dei francesi la ferrovia, le case Incis erano state fatte dagli italiani per i propri lavoratori circoscritti alla costruzioni di strade). Furono campi provvisori, ben presto evacuati. Nel secondo caso, io penso di no. Il recapito presente sui messaggi è quasi sempre quello di una ditta, io credo perché non vi era alcuna distribuzione della posta. Si può osservare lo stesso fenomeno anche in Somalia. Credo, comunque, sia necessario osservare la situazione degli italiani in Etiopia sempre separatamente rispetto ad Eritrea e Somalia, per ragioni politiche: nel primo caso occupanti, sconfitti e senza alcun radicamento né pretesa giuridica sul Paese, nel sec0ndo caso colonizzatori riconosciuti, non ancora definitivamente sloggiati e con le loro istituzioni ancora in funzione, almeno in parte. I timbri postali italiani, in Eritrea, rimasero in uso a lungo. Qualche sporadico caso l'ho notato anche in Etiopia, me ne ricordo uno o due. Il percorso seguito dai messaggi è quello che hai ricostruito, via Cairo e poi Ginevra. La censura inglese, come avrai notato, in partenza, non c'è, ma è apposta in transito in Egitto, insieme o in alternativa a quella egiziana. In arrivo, in Etiopia, è molto interessante quello bilingue inglese afrikaans, un timbro di censura militare presente solo fino all'estate (luglio) '41. In genere, per l'Eritrea il timbro di censura sui messaggi (sulla risposta) è quello ottagonale. Stai cercando approfondire il sistema dei messaggi C.R. in generale? |
Autore: | marco lazzerini [ 05/03/2019, 18:11 ] | ||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | ||
mariamar ha scritto: Vediamo se ho capito: per campi di internamento con indirizzi civili intendi "Case Incis" ad Addis Abeba o "Case Francesi"a Dire Daua, oppure, intendi che gli indirizzi presenti sui messaggi che hai pubblicato equivalgono a campi di prigionia? Nel primo caso possiamo parlare di veri campi di prigionia, allestiti in gruppi di case che erano stati costruiti per gli operai europei che avevano costruito opere pubbliche (nel caso dei francesi la ferrovia, le case Incis erano state fatte dagli italiani per i propri lavoratori circoscritti alla costruzioni di strade). Furono campi provvisori, ben presto evacuati. Nel secondo caso, io penso di no. Il recapito presente sui messaggi è quasi sempre quello di una ditta, io credo perché non vi era alcuna distribuzione della posta. Si può osservare lo stesso fenomeno anche in Somalia. I timbri postali italiani, in Eritrea, rimasero in uso a lungo. Qualche sporadico caso l'ho notato anche in Etiopia, me ne ricordo uno o due. Stai cercando approfondire il sistema dei messaggi C.R. in generale? Ok , grazie ! No questi mi sono capitati per caso . Per la mia collezione ho studiato e colleziono quelli delle Channel Islands durante l'occupazione tedesca (1940/45) . Se hai qualcosa da segnalarmi che hai in tua collezione te ne sarei grato. Posso però pensare di inserirli come appendice alla mia collezione di Prigionieri Italiani in Kenya/Uganda/Tanzania. Pensi che venissero recapitati a destino in buste come queste oppure no ? Hai notizia ?
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Autore: | mariamar [ 05/03/2019, 18:42 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
Non ho nulla sulle Isole del Canale. Ho solo un paio di buste contenenti il messaggio, una proveniente direttamente da Ginevra, l'altra, invece, trasmessa dall'Ufficio prigionieri Ricerche e servizi connessi della C.R. italiana. Erano quindi, in uso entrambe le modalità, l'invio diretto o la mediazione del comitato C.R. nazionale, forse anche di quelli provinciali. L'ipotesi più logica è che, di norma, da Ginevra venissero spediti ai Comitati nazionali dei grandi plichi contenenti moltissimi messaggi, poi nei casi particolari, es. mancanza di comitati nazionali riconosciuti, come nel Sud Italia subito dopo l'occupazione alleata, ci fosse spedizione diretta. |
Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:12 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
puoi riprodurre le buste di inoltro dei messaggi, così ce ne facciamo tutti una idea? grazie molte Maria. |
Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:20 ] | |||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | |||
alcuni msg che ho in collezione...
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Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:24 ] | |||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | |||
croce rossa delegazione a il cairo
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Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:27 ] | ||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | ||
mod.3bis CRI no risposta al retro
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Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:31 ] | |||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | |||
tramite Il Cairo 5/42 modello con scritte in rosso
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Autore: | p.m.pistoia [ 10/03/2019, 14:36 ] | |||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | |||
anche questo modello stampato ad Asmara
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Autore: | mariamar [ 14/03/2019, 10:46 ] | ||||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | ||||
Perdonami Enrico se non ti ho risposto subito. Allego un esempio di spedizione del messaggio in busta della Croce Rossa Italiana. Il periodo è all'incirca quello di molti messaggi provenienti dall'ex A.O.I., anche se questo proviene dall'Inghilterra.
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Autore: | marco lazzerini [ 14/03/2019, 16:23 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
mariamar ha scritto: Perdonami Enrico se non ti ho risposto subito. Allego un esempio di spedizione del messaggio in busta della Croce Rossa Italiana. Il periodo è all'incirca quello di molti messaggi provenienti dall'ex A.O.I., anche se questo proviene dall'Inghilterra. Sul retro ci dovrebbe essere il messaggio di risposta dato che il messaggio era diretto in Inghilterra , notare che è presente anche il bollo di censura tedesca : quello a datario in basso con l'asterisco.Probabile tragitto : Ginevra- Francia-Lisbona- Inghilterra. |
Autore: | p.m.pistoia [ 14/03/2019, 19:07 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
grazie Maria , come al solito cortese e collaborativa. come dice Marco al retro del msg. ci dovrebbe essere il msg di risposta... Marco il datario con l'asterisco è della censura tedesca, ne hai tratto confronto per saperlo dalle tue del Canale? |
Autore: | marco lazzerini [ 15/03/2019, 10:01 ] | ||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | ||
p.m.pistoia ha scritto: grazie Maria , come al solito cortese e collaborativa. come dice Marco al retro del msg. ci dovrebbe essere il msg di risposta... Marco il datario con l'asterisco è della censura tedesca, ne hai tratto confronto per saperlo dalle tue del Canale? Si lo ho desunto dalle mie e dalla consultazione di pubblicazioni e libri sull'argomento. C'è un libro molto interessante pubblicato in Germania proprio sulle censure , purtroppo (per me che non lo comprendo) è in tedesco.
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Autore: | marco lazzerini [ 15/03/2019, 16:25 ] | |||
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale | |||
Altre due interessanti pubblicazioni sull'argomento :
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Autore: | michele.caso [ 03/04/2019, 19:04 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: I messaggi CRI dei civili italiani in Africa Orientale |
Bellissimo il titolo della pubblicazione di Mayr: anche nella terribile situazione in cui erano, gli isolani (in questo caso Mrs. Elizabeth G. Hume) riuscivano ad essere ironici. Michele |
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