La criminale follia nazista riuscì persino ad immaginare la creazione di un campo di sterminio per sole donne: Ravensbruck, attivo dal maggio del 1939 a nord di Berlino e scoperto solo anni dopo la fine della guerra. Vi venivano rinchiuse e torturate donne definite asociali: in un primo periodo solo le donne socialiste o comuniste, ma poi si aggiunsero quelle senza fissa dimora, malate di mente, disabili, testimoni di Geova, oppositrici politiche, attiviste della resistenza, zingare, lesbiche, vagabonde, prostitute, mendicanti, ladre, e, solo in minima parte, ebree. Queste donne erano considerate feccia umana da eliminare e subirono sevizie, esperimenti medici, torture, sterilizzazioni ed estenuanti lavori forzati. Basti pensare che se una di loro rimaneva incinta, un divertimento delle SS era quello di legarle le gambe al momento del parto... si può solo immaginare la sofferenza della madre e del nascituro, inevitabilmente destinati alla morte. Il campo era stato fortemente voluto dallo stesso Himmler e dal 1939 al 1945 vi passarono oltre 125.000 donne provenienti praticamente da tutti i paesi europei. La stima delle vittime è praticamente impossibile farla, un calcolo molto approssimativo fissa questo dato attorno ad 80-90.000 unità. Questa approssimazione perchè, poco prima dell'arrivo delle truppe russe i tedeschi distrussero col fuoco gran parte della documentazione per nascondere i crimini e programmarono lo sterminio delle stesse prigioniere con l'eliminazione giornaliera di cinquanta-sessanta donne. Le esecuzioni iniziarono a essere effettuate in uno stretto passaggio tra due alti muri chiamato "Corridoio della fucilazione" situato tra il Bunker e il crematorio, con un colpo alla nuca e alla presenza del medico del campo; molte non morivano subito e il medico provvedeva con iniezioni di veleno al cuore a finirle. In quegli ultimi mesi, fucilazioni, camere a gas e crematori funzionavano a pieno regime. A gennaio del 1945 nel campo vi erano ancora 46.000 deportate; ad aprile il loro numero si era ridotto a 11.000. Tutti i componenti del Sonderkommando, ovvero gli addetti alla camera a gas e ai forni crematori, vennero uccisi dalle SS il 25 aprile 1945 ed il 30 aprile 1945 il campo di Ravensbrück fu finalmente liberato dalle forze sovietiche. I soldati sovietici vi trovarono soltanto circa 3.000 prigioniere scampate all'evacuazione con le marce della morte e misero in atto numerosi atti di violenza sessuale nei confronti delle sopravvissute. Questa lettera è stata scritta da una donna che era rinchiusa in questo inferno, si chiamava Helena ed era la prigioniera nr. 60388 del Blocco 20 del campo di Ravensbruck, mai più tornata a casa.
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