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MessaggioInviato: 16/03/2024, 14:58 
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Iscritto il: 20/09/2012, 15:06
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Partecipo quanto rinvenuto, lasciando le eventuali considerazioni di dettaglio agli amici che collezionano il settore in maniera più approfondita del sottoscritto


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MessaggioInviato: 18/03/2024, 15:05 
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Iscritto il: 08/09/2012, 13:53
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Tenuto conto che gli IMI rimpatriarono nel giro di alcuni mesi, direi di escludere che si tenesse attiva la commissione fino al 1947 per loro, a meno che non si occupasse anche della ricerca di dispersi o del rimpatrio delle salme dei caduti. La situazione che potrebbe vedere prigionieri di guerra con cittadinanza italiana in epoca così tarda è quella dei combattenti nelle fila delle forze armate tedesche, che seguirono la sorte dei militari tedeschi, ad esempio gli abitanti della provincia di Bolzano che, potendo scegliere, prestarono servizio per i tedeschi, oppure, le SS italiane o personale della R.S.I. Presente in Germania o Austria al momento della resa.


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MessaggioInviato: 18/03/2024, 22:19 
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Grazie Maria, da poco accorto collezionista del settore non avevo valutato la data tarda...


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MessaggioInviato: 19/03/2024, 12:54 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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ecco cosa ho trovato sul sito del Consolato di Friburgo

Cenni storici
Nonostante la regione di Friburgo in Brisgovia ospitasse qualche centinaia di cittadini e lavoratori di origine italiana prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, il 20 dicembre 1942 il Ministero comunicò la necessità installare una regia legazione nella regione, a prescindere dalla perplessità da parte del personale e dell’amministrazione del tempo. Venne designato alla guida il Principe Marco Antonio Doria D’Angri, figura facente parte dell’aristocratica famiglia dei principi D’Angri ma non appartenente alla carriera diplomatica: la sua carriera procedette fino all’arresto di Mussolini ed al conseguente armistizio italiano, per cui solo colo che aderirono alla Repubblica di Salò poterono continuare il loro operato. Per i consolati non vi era più vita facile, a causa della sempre più limitata mediazione ed intervento da parte dell’ambasciata a Berlino, motivo per cui vennero sempre più lasciati a sé stessi ed in condizione di precarietà con le autorità locali, anch’esse abbandonate a loro stesse e scollegate dall’autorità centrale. Inoltre, tra fascisti di alto rango figurava l’idea di allontanare i consoli considerati “tiepidi” o poco fidati ed il Doria era uno di quelli: venne arrestato nel giugno del 1944, poiché il suo tentativo di tornare a Roma fallì. In quel momento, l’ufficio consolare attraversò un periodo di passaggi di potere fino al bombardamento della città avvenuto il 27 novembre 1944, per cui a causa dello stato di distruzione venne trasferita la sede di Friburgo a Messkirch situata nel Baden.

Dopo la fine della guerra il contatto tra Friburgo e l’Italia consisteva sia nei rimpatri sia nelle attività di assistenza ai connazionali rimasti, compito affidato agli ufficiali della “missione militare italiana di collegamento”; nella città rimase operativo l’ufficio italiano d’assistenza. Alla fine della fase di acuta emergenza durante il biennio 1945-1947 venne proposto al Ministero l’istituzione di un consolato a Baden-Baden, poi venne aperto il 1 febbraio 1948 “L’Ufficio degli Interessi Italiani” grazie all’adesione di Roma e quella tardiva di Parigi. Per poter riattivare la funzione consolare servì un altro anno ossia nel 1949, quando la mancanza di consenso da parte dell’Ambasciata francese divenne nullo con la nascita della Repubblica Federale di Germania come ufficio consolare. Dal 1951 verrà riorganizzata come Agenzia Consolare. Per circa 20 l’ufficio ebbe funzione Vice Consolato, poi dal 1973 tornò ad esercitare le funzioni pienamente consolari a causa dell’aumento della popolazione italiana risiedente a Friburgo.


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MessaggioInviato: 19/03/2024, 13:30 
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Iscritto il: 20/09/2012, 15:06
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Grazie mille Enrico..sempre puntuale


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