Ciao, in effetti il campo di concentramento di Mostar è un campo strano rispetto agli abituali campi per Internati Militari Italiani: non ha la numerazione, né in cifre arabe, né in numeri romani, non ha come indirizzo un numero di feldpost, come altri campi nei Balcani o in Grecia o in altri Paesi dove i militari italiani furono trattenuti come forza lavoro e non inviati subito nel Reich. E' un campo simile a quelli di Cefalonia e dell'isola di Rodi. Considerata la sua posizione geografica, è probabile che sia sorto come campo di raccolta o di transito. Però vi è posta ancora nei primi mesi del '44, quando la funzione di transito dovrebbe essere terminata. Nella stessa località operò l'Organizzazione TODT, che si serviva anche di internati militari italiani e che ebbe assegnato come indirizzo il numero di feldpost 05386. E' possibile che, finita l'azione di transito, gli internati del campo di Mostar non inviati in Germania siano finiti nei campi di lavoro della TODT. Allego anch'io una cartolina proveniente dallo stesso campo dalla quale è possibile riscontrare le stesse caratteristiche della tua lettera: stesso mese nella data del timbro, stessa definizione del campo; in più vi è il timbro di censura militare americano perché diretta nell'Italia occupata dagli Alleati. La situazione degli Internati Militari Italiani nei Balcani è molto complessa (e confusa) perché non si esaurì nel primo periodo, quello in cui furono allestiti campi di transito (dulag), ma proseguì con il mantenimento nella regione di parecchie decine di migliaia di militari italiani, sia come internati che come collaboratori non combattenti, nell'un caso come nell'altro lavoratori al servizio della Wehrmacth, della Luftwaffe, dell'Organizzazione TODT. La loro posta è caratterizzata da un numero di feldpost come indirizzo. Maria
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