Una breve cronostoria della Nave Ospedale Toscana, di seguito una franchigia spedita in data 14.09.1942
La Nave Toscana entrò in servizio operativo come Nave Ospedale dopo lavori di adeguamento nel giugno 1941, nell'autunno dello stesso anno venne bombardata da un aereo inglese. Qualche tempo dopo, sempre nell'autunno 1941, la nave ospedale prese a bordo a Tripoli, mentre era in corso un attacco aereo sulla città, 924 tra feriti, malati ed anche numerosi profughi civili: a bordo dell'unità nacque un bambino, che venne battezzato "Toscano" in ricordo del nome della nave.
Il 22 dicembre 1941 la Toscana lasciò Tripoli diretta in Italia, ma venne dirottata su Bengasi, dove arrivò l'indomani, trattenendovisi per poche ore ed imbarcando più di un migliaio tra feriti e profughi civili: questi ultimi – principalmente donne e bambini –, avendo sperimentato la dura occupazione inglese della città (6 febbraio-4 aprile 1941), avevano richiesto di rientrare in Italia, dato che, davanti alla nuova offensiva britannica, Bengasi (ormai abbandonata da tutte le truppe dell'Asse in ritirata tranne che da un piccolo reparto della Polizia dell'Africa Italiana) sarebbe nuovamente caduta di lì a due giorni (24-25 gennaio 1941).
Nella notte tra il 1° ed il 2 ottobre 1942 la Toscana, in navigazione correttamente illuminata, venne sottoposta a due attacchi con lancio di bombe da parte di due bombardieri britannici, senza tuttavia riportare alcun danno e recuperando anzi l'equipaggio (sei uomini) di uno degli aerei avversari, che aveva dovuto ammarare qualche minuto dopo l'attacco.
Il 2 dicembre 1942 la Toscana, insieme alle piccole navi soccorso Capri e Laurana, nonché a diversi cacciatorpediniere e torpediniere, venne inviata alla ricerca dei superstiti delle navi del convoglio «H», pressoché distrutto in uno scontro notturno contro una formazione navale inglese, nelle acque del banco di Skerki (costa tunisina). Complessivamente vennero tratti in salvo circa 1.100 naufraghi, un terzo del totale degli uomini imbarcati sulle navi del convoglio.
Il 4 dicembre, la nave ospedale recuperò in alto mare cinque avieri inglesi.
Il 28 aprile 1943 la Toscana trasse in salvo 72 naufraghi tra membri dell'equipaggio del piroscafo italiano Teramo, incendiato quello stesso giorno da motosiluranti britanniche ed aerei Kittyhawk durante la navigazione da Napoli a Tunisi carico di benzina. Quello stesso giorno la nave ospedale venne sorvolata per diverso tempo da un gruppo di velivoli statunitensi, che verso le sei di sera l'attaccarono al largo di Capo Cartagine, senza però riuscire a colpirla. Il 29 aprile la Toscana, mentre rientrava dalla Tunisia con a bordo 938 tra feriti e malati, venne nuovamente attaccata con lancio di bombe e mitragliamento – nonostante la trasmissione di segnali radio di riconoscimento – e fu stavolta colpita, con 15 feriti tra il personale medico e l'equipaggio, alcuni dei quali di notevole gravità.
Nel luglio-agosto 1943 la nave prese parte alle operazioni di evacuazione sanitaria della Sicilia, dopo lo sbarco alleato. In luglio la Toscana e le navi ospedale Aquileia e Virgilio effettuarono cinque missioni, imbarcando circa 3400 tra feriti e malati gravi sia tedeschi che italiani, radunati sulle spiagge di Sant'Agata e Ganzirri (stretto di Messina), ed in agosto le stesse tre navi compirono altre tre missioni sino al giorno della caduta di Messina, il 17 agosto, recuperando altri 3000 infermi. La Toscana e l'Aquileia furono le ultime navi ospedale ad abbandonare le rive dello stretto di Messina, sotto continui attacchi aerei.
Alla proclamazione dell'armistizio la Toscana si trovava a Gaeta (dove si era tenuta pronta a muovere dietro ordini superiori, da dove salpò la sera del 9 settembre 1943, mentre le truppe tedesche occupavano la piazzaforte, riuscendo così ad evitare la cattura.
Nel corso della seconda guerra mondiale la Toscana aveva svolto complessivamente 54 missioni come nave ospedale[9], trasportando 4720 tra feriti e naufraghi e 28.684 ammalati.
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REGIA NAVE OSPEDALE TOSCANA + PM28.jpg [ 398.52 KiB | Osservato 2756 volte ]