Iscritto il: 09/09/2012, 20:39 Messaggi: 4961
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vediamo se pian piano . col solito lavoro di squadra, si compongono i pezzi.. io aiuto con la parte militare, poi ricostruiamo (Roby vuoi farlo tu che sei l'esperto del fronte russo assieme ad Andrea?) il tragitto di arrivo ferroviario... Ho trovato traccia del XXXVI gruppo artiglieria contraerea, facente parte del 4 Raggruppamento Artiglieria, seguendo le vicende di due fratelli che andarono assieme in Russia, riassunte ed implementate con altre notizie al link https://www.unirr.it/testimonianze/114- ... 9516243379del sito dell'UNIRR Unione Reduci di guerra dalla Russia; ne stralcio i passi salienti che ci fanno comodo per la nostra storia... Antonio – nato nel ‘21 – e Luigi (GUARAN ndr), del ‘22, lasciano Padova il 15 giugno 1942, entrambi diretti in Russia con la 3ª Batteria del XXXVI Gruppo, 4º Raggruppamento di Artiglieria Contraerei.Dopo un lungo viaggio, il 12 luglio sono in postazione con i cannoni da 75/46 a Rikovo, dove rimangono alcuni giorni prima di spostarsi a Nikitino, e poi a Vorošilovgrad. La Batteria si ferma in questa grande città dalla fine di agosto al 6 settembre, quando si trasferisce a Kantemirovka, seguendo l’avanzamento della linea del fronte.
Il 30 settembre Antonio e Luigi sono a Rossoš’, in postazione per la tredicesima volta. La loro 3ª Batteria è di nuovo a Kantemirovka all’inizio di dicembre, con ogni probabilità a difesa dell’aeroporto di Garmaševka, situato a circa venticinque chilometri da Kantemirovka. Antonio e Luigi, intanto, vivono giorni difficili. Antonio, in un breve diario manoscritto, racconta di paura e confusione delle nostre truppe di fanteria di fronte all’attacco di centinaia di carri armati sovietici.
Il 19 dicembre, al mattino, la 1ª e la 3ª Batteria Contraerei sparano contro i carri che avanzano su Kantemirovka. Sono momenti drammatici. Entrano in azione anche gli stucas ma – nonostante alcuni carri vengano messi fuori combattimento – la Batteria di Antonio e Luigi è circondata.
Verso le tredici di quella giornata – consumato un po’ di rancio – ormai si aspettava la morte vicini al nostro cannone e difenderlo fino all’ultimo.
Invece arriva un motociclista, riuscito non si sa come a filtrare fra i Sovietici: porta l’ordine di sganciarsi e lasciare la posizione, se ancora possibile.
Sono momenti concitati e dolorosi. Bisogna rendere inservibili i pezzi d’artiglieria e raggiungere i camion. Che, per il freddo, faticano a mettersi in moto. Solo quattro di essi riescono a partire e su di essi si ammucchiano gli artiglieri.
Poi, via...
Kantemirovka, da lontano, è un bagliore di fiamme.
Luigi Guaran Antonio e Luigi proseguono il ripiegamento sui camion e il giorno successivo raggiungono Mitrofanovka, dove la sera – grazie alla sussistenza – mangiano a sazietà. Talmente tanto da stare male.
Il 23 dicembre la Batteria arriva a Vorošilovgrad e si sistema in una grande casa con i vetri rotti. Si cerca di chiudere i buchi per difendersi dal freddo.
A Natale c’è la possibilità di lavarsi e farsi la barba.
Il primo gennaio 1943 gli uomini si alzano prestissimo e assistono alla S. Messa, che da tre mesi non si scoltava. 10 Il rancio di quel giorno è veramente speciale: due pagnotte, pastasciutta, formaggio e tabacco. Antonio, nel suo diario, commenta che non ci si può lamentare.
Il giorno successivo annota di avere scritto al Comando della Divisione Vicenza per avere notizie del fratello Pietro.
[color=#FF8000]Poi, il 3 gennaio, si riparte. A piedi. Il diario – di qui in avanti – si limita a elencare le tappe del ripiegamento, con l’aggiunta di alcune brevissime note.
Da una di queste si deduce che il 25 gennaio Antonio e Luigi perdono contatto con la colonna e trovano riparo in una casa russa, dove si fermano anche il giorno successivo. Poi si riparte e la fortuna vuole che il 29 gennaio i due fratelli riescano a riunirsi alla Batteria. Non trovano, però, il Comando e gli ufficiali.
Pavlograd, Dnepropetrovsk, Kiev, Gomel... alcune delle località sono illeggibili, o comunque non identificabili sulle carte geografiche attuali.
Sembra però indiscutibile che proprio da Gomel Antonio e Luigi partano verso l’Italia, dove giungono – presumibilmente – alla fine del marzo 1943. Arrivati a Firenze con la tradotta, sfilano davanti alla cittadinanza che acclama i reparti.[/color][/color]
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