PM 106 18/12/36 Generale MISCHI ARCHIMEDE comandante 6 div. CCNN Tevere
MISCHI, Archimede. Allievo della Scuola militare di Modena dal novembre 1904, ne uscì sottotenente due anni dopo, e venne assegnato al 1° reggimento granatieri. Nel 1908 ottenne una menzione onorevole per l’opera di soccorso prestata a Messina in occasione del terremoto. Tenente dal luglio 1909, dal settembre 1912 fu in Libia con il battaglione granatieri, rimpatriando nel luglio 1913. Assegnato nel settembre dello stesso anno al 6° reggimento fanteria della brigata Aosta. Destinato al 19° reggimento fanteria e promosso capitano nel dicembre 1914, nel gennaio successivo venne assegnato al 142° reggimento fanteria (brigata Catanzaro) con il quale entrò in guerra. Nel corso del conflitto, ferito il 26 luglio a Castelnuovo del Carso, ottenne una medaglia d’argento; temporaneamente alla testa di un battaglione, meritò una seconda medaglia d’argento per i combattimenti svoltisi, tra il 21 ottobre e il 1° nov. 1915, a Bosco Cappuccio, dove rimase nuovamente ferito ed ebbe la promozione a maggiore per merito di guerra. Il 6 ag. 1916, sul San Michele, una terza ferita alla spalla sinistra gli meritò una terza medaglia d’argento e, a ottobre, per il suo comportamento complessivo nel corso della guerra e in particolare per la difesa del Monte Cengio, fu insignito della croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Assegnato, il 26 genn. 1917, al 90° reggimento fanteria (brigata Salerno), ne guidò un battaglione rinforzato all’assalto delle trincee nemiche a Hudi Log, sul Carso, ottenendo un’altra medaglia d’argento e riportando una ferita al braccio sinistro che gli causò un’invalidità permanente. Ricoverato in un ospedale militare, ottenne poi, il 25 novembre, la promozione a tenente colonnello e venne destinato il 3 luglio 1917 al deposito fanteria di Genova. Le sue condizioni di salute lo obbligarono però successivamente a una lunga permanenza presso il centro fisioterapico del VII corpo di armata, protrattasi dal 14 ag. 1918 al 6 dic. 1919, con intervallo di tre mesi e mezzo, tra il 17 dic. 1918 e il 1° apr. 1919, durante il quale il M. fu destinato alla sottocommissione addetta all’interrogatorio degli ex prigionieri rimpatriati, a Firenze. Assegnato, il 6 dic. 1919, al deposito dell’81° reggimento fanteria a Roma, a disposizione del ministero degli Interni, probabilmente per l’organizzazione della regia guardia di pubblica sicurezza, il M. fu temporaneamente trasferito al 226° reggimento fanteria il 19 ott. 1920 e, dieci giorni dopo, al 6° fanteria a Palermo, del cui tribunale militare speciale fu nominato giudice supplente il 7 luglio 1921 (incarico mantenuto fino al 4 maggio 1924). Il 22 ott. 1922 era stato trasferito alla locale scuola allievi ufficiali di complemento e sottufficiali dove rimase fino al 14 marzo 1926 quando, a domanda, venne posto in aspettativa per riduzione di quadri. Il 26 apr. 1927, il Mischi si iscrisse alla MVSN e, dopo aver ottenuto, in ausiliaria, la promozione a colonnello con anzianità 2 febbr. 1927, ebbe subito il comando della 171° legione Vespri di Palermo, con il grado di console, equivalente, appunto, a quello di colonnello. Nell’ottobre 1932 richiamato in servizio temporaneo dal R. Esercito per conto e a disposizione del ministero delle Colonie, fu inviato in Cirenaica al comando della 2ª legione libica della Milizia «Berenice». In Libia, però, le operazioni per la riconquista si erano ormai concluse e il M. dovette rassegnarsi a una tranquilla vita di guarnigione coloniale, che gli fruttò comunque, nel settembre 1934, la promozione a console generale (generale di brigata) della Milizia e, il 20 giugno 1935, quella a generale di brigata del R. Esercito per meriti eccezionali. In vista della guerra con l’Etiopia, il 3 giugno 1935 il M. fu destinato alla divisione Camicie nere «XXI Aprile» (3ª), come vicecomandante sbarcò in Eritrea il 12 settembre. Durante la campagna, il 29 febbr. 1936, ad Acab Saat, per aver condotto personalmente all’assalto le proprie truppe ebbe modo di meritarsi un’ultima medaglia d’argento. Il M. rimase in Africa Orientale anche dopo la fine della guerra. Con le truppe della divisione Camicie nere «Tevere» (6ª), delle cui funzioni di comando era stato incaricato il 25 sett. 1936, partecipò alle operazioni contro ras Destà. Promosso poi luogotenente generale della Milizia, il 21 giugno 1937, e generale di divisione dell’esercito a novembre, il M. fu nominato, a dicembre, ispettore delle Camicie nere in Africa Orientale reggendo al contempo il comando della 6ª brigata mista Camicie nere Tevere. Durante la sua permanenza oltremare il M. svolse anche mansioni politico-amministrative quale commissario, dapprima a Moggio e poi a Dessiè. Rimpatriato il 1° sett. 1938, il M. nel maggio 1939 fu incaricato del comando della Milizia confinaria. Nell’ambito della MVSN, la Milizia confinaria aveva come compito istituzionale la sorveglianza delle frontiere terrestri per impedire espatri e ingressi clandestini ed era organizzata con un comando a Torino e quattro legioni dislocate lungo l’arco alpino per complessivi 120 ufficiali e 2200 sottufficiali e militi. Il M. resse il comando della Confinaria sino al 1943, tranne un periodo di alcuni mesi – tra il gennaio e l’ottobre 1941 – in cui venne distaccato come ufficiale di collegamento della Milizia presso l’11ª armata, sul fronte greco-albanese.
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